La musica rock è in lutto: è morto, domenica 19 marzo 2017, all'età di 90 anni, Chuck Berry. Considerato uno dei padri del rock, è stato citato come fonte di ispirazione da più generazioni di chitarristi di diversi stili.
Nato a Saint Louis, nel Missouri, diventa famoso quando, nel 1955, incide Maybellene, riadattamento di una sua vecchia composizione, Ida Red, frutto di quella magica commistione rhythm 'n' blues-country che costituisce la ricetta ideale per il prodotto finale, il rock 'n' roll. Il successo è straordinario, ben oltre le aspettative e a questo ne seguiranno tanti altri: Roll Over Beethoven, Thirty Days, You Can't Catch Me, School Day, Johnny B. Goode, Rock and Roll Music.
Alla fine di giugno 1956, un altro suo brano, Roll Over Beethoven, raggiunge la posizione numero 29 della Billboard Top 100, e Berry diventa di colpo una star.
Singoli di successo continuano a uscire per tutto il 1957 e il 1959, e Berry ottiene circa una dozzina di piazzamenti in classifica, inclusi successi da top 10 U.S. come School Days, Rock and Roll Music, Sweet Little Sixteen e Johnny B. Goode.
Nel dicembre del ’59 Berry è nei guai con la legge e viene condannato a cinque anni di reclusione. Viene rilasciato nel 1963.
Nel 1966 Berry lascia la Chess Records per la Mercury con la quale registra una serie di album tra cui un disco di successi della Chess e Concert in B. Goode.
Ritorna alla Chess - tra il 1970 e il 1973 - dove reincide "My ding-a-ling", che diventa il nuovo numero uno di Berry. Successo anche per “Reelin' and rockin'".
Nel 1979 viene pubblicato Rock It per la Atco Records, il suo ultimo album.
Nel 1986 Taylor Hackford realizza un film documentario sul concerto della celebrazione dei sessant’anni di Berry, intitolato “Hail! Hail! Rock 'n' Roll”, da cui viene tratto anche un disco.
0 commenti:
Posta un commento