Serena ha deciso di intitolare questo Ep "Welcome to Wasteland" poiché sentiva che la parola "Wasteland" rappresentasse tutte le tracce che compongono la raccolta. È anche nella prima riga della canzone di apertura "Welcome to Wasteland", che suona molto come un "benvenuto nel mio mondo personale", un viaggio che l’ascoltatore sperimenterà ascoltando l’Ep.
"Per molto tempo sentivo di aver scritto questo gruppo di brani inevitabilmente legati tra loro, ma non sapevo come sintetizzare questo rapporto. Poi un giorno capii, quelle canzoni così diverse tra loro, avevano come filo conduttore la sperimentazione e la ricerca, di un suono ma anche di se stessi. Sono il dolore, la gioia, l’avventura, la paura di avere vent’anni e seguire i propri sogni mentre si cerca di diventare la persona che si è sempre voluto essere" ha dichiarato la stessa Serena.
"Waste-Land" è il pianeta inquinato in cui viviamo, con gli oceani coperti per metà dai nostri rifiuti, come l’artista denuncia in Wild Lavender.
Wasteland è anche il viaggio metaforico e fisico che Serena ha fatto appena compiuti 20 anni, trasferendosi dall’Italia agli USA, per cambiare vita, e poi ancora dagli USA al Regno Unito per ricominciare tutto da zero pur di inseguire i suoi sogni.
Inoltre Wasteland rappresenta i 20 anni della cantautrice, con le difficoltà e i dolori, le battaglie, le vittorie e le sconfitte, un rito di passaggio a quel territorio sconosciuto chiamato "età adulta".
Per quel che riguarda Serena, è un’artista indipendente italiana che vive e lavora a Londra. Cantante, autrice e produttrice muove i primi passi nel mondo musicale prendendo lezioni di canto e chitarra, ma sin da bambina, la sua vera passione è scrivere canzoni, come il suo idolo Patti Smith. Dopo le prime date in Italia si trasferisce a Londra per studiare canto e composizione creativa al British Institute of Modern Music. La vivace e cosmopolita scena londinese le rivela nuovi orizzonti musicali, spingendola a sperimentare nuove sonorità ed espressioni creative modellando quello che poi diventerà il suo caratteristico sound, Deep Dark Indie. In questi anni Serena si avvicina al mondo della produzione musicale, scoprendo una vera e propria passione oscillando fra un'indole impetuosa e una natura sensibile. Nelle perfomance dal vivo, invece, continua a fare sintesi fra cantautorato, energia rock e delicati synths elettronici. Serena si è esibita su diversi palchi della capitale inglese, tra cui l'O2 Academy Islington, The Trobadour, il Notting Hill Arts Club, il London Coffee Festival. Ha co-scritto il club anthem “Leave it” con l'artista Andrea Di Giovanni, che si trova nell’album di debutto "Rebel".
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