“Il video – spiega In Arte Gibilterra – racconta la solitudine attraverso l’unione. Un luogo caldo, nido d’amore per essere umani soli, dove il tempo si ferma, dove non siamo gli stessi e dove ci possiamo spogliare. Dove l’amore lo si fa per soldi o per compagnia, per rabbia o per rivincita. Per dominare o essere dominati. Lo facciamo tutti ma non lo vogliamo vedere. Eppure i nostri occhi sono memori, scrutano, osservano tutto, cadono sul fondo schiena di una donna, finiscono per riosservarsi dentro uno specchio. Fare l’amore è uno po’ come fare un duetto: devi saper misurare le parole e andare a tempo, seguire la musica. È un po’ come sapersi guardare dentro, un po’ come vedersi nell’altro, distante e vicino allo stesso tempo. È sempre così, fino a che non finisce, va via la musica e porta con sé la magia e ritorniamo di nuovo soli, nell’involucro del nostro corpo”.

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