martedì 1 aprile 2014
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Fiorella Mannoia, 60 anni di musica
ROMA - Con pochi altri il tempo è stato così
galantuomo come con Fiorella Mannoia. I riccioli rossi fuoco,
quello sguardo magnetico e profondo, il fisico tonico e
atletico, la signora della musica italiana si appresta a
festeggiare con incredibile disinvoltura i sessanta anni, oltre
40 dei quali passati tra note e palcoscenici.
"Sono una cantante. Ho avuto il piacere e l'onore di lavorare
con grandi artisti e amo il mio lavoro, ma prima di tutto sono
un cittadino e mi interessano le tematiche sociali e ambientali.
Sostengo strenuamente Emergency, sogno una politica basata sul
confronto e l'onestà, una classe politica di cui non dovermi
vergognare": è la descrizione che la stessa cantante, nata a
Roma il 4 aprile del 1954, ha dato di sé per il blog che un
quotidiano online le aveva affidato tempo fa. La musica e
l'impegno sociale, le collaborazioni con i colleghi affermati e
quelle con i giovani emergenti, le partecipazioni agli eventi
benefici e al Festival di Sanremo: c'è un po' di tutto nella
vita di Fiorella. Anche un passato da stuntgirl, come
controfigura di Monica Vitti e Candice Bergen, tra la fine degli
anni Sessanta e l'inizio dei Settanta, quando la musica non era
ancora entrata così prepotentemente nella sua vita.
Castrocaro nel 1967, Un Disco per l'estate nel 1969, poi ad
aprirle la strada del successo musicale fu Caffè nero bollente,
il brano che presentò al Festival di Sanremo nel 1981. E' solo
la prima delle hit che tempesteranno la sua carriera come
piccole gemme preziose e che faranno di lei una delle interpreti
più apprezzate da parolieri e cantautori italiani: Come si
cambia (Sanremo 1984), Quello che le donne non dicono (Sanremo
1987, scritta espressamente per lei da Enrico Ruggeri e che
ancora oggi rappresenta uno dei brani che la identifica), Le
notti di maggio (Sanremo 1988, scritta da Ivano Fossati con il
quale instaurerà un rapporto professionale unico), I treni a
vapore (1992, di Fossati). E poi ancora Il cielo d'Irlanda
(1992, di Massimo Bubola) e Sally (1999) scritta da Vasco Rossi.
Canzoni che ancora oggi infiammano il pubblico nelle sue
esibizioni dal vivo.
Un ventaglio di voce e musica in cui Fiorella Mannoia riesce
a mostrare le sue mille sfumature espressive e a imporsi in un
mondo, quello della canzone d'autore, da sempre declinato al
maschile. Scrivono per lei, nel corso degli anni, anche Ron,
Riccardo Cocciante, Francesco De Gregori, Samuele Bersani,
Daniele Silvestri, Franco Battiato, Luciano Ligabue, Tiziano
Ferro, Jovanotti, Pino Daniele. Zucchero, invece, l'ha chiamata
a partecipare, il prossimo 23 aprile, al Madison Square Garden
Theatre di New York, insieme ad altri amici alla tappa
newyorchese dell'Americana Tour.
Affascinata da sempre dalla musica brasiliana, nel 2006 dà
vita a un progetto senza precedenti, riunire in un unico album,
Onda Tropicale, i più grandi nomi brasiliani: Chico Barque,
Caetano Veloso, Gilberto Gil, Djavan, Milton Nascimento, Lenine,
Chico César, Jorge Benjor, Carlinhos Brown e Adriana
Calcanhotto. L'anno scorso, invece, l'omaggio tributo a Lucio
Dalla con A te, una raffinata rilettura del repertorio del
cantautore bolognese.
Rimane costante nel tempo anche il suo impegno sociale e nel
2009, anno del terremoto dell'Aquila, Fiorella Mannoia non fa
mancare il suo supporto a due eventi unici: il concerto allo
Stadio Olimpico di Roma, "Corale per il popolo d'Abruzzo",
voluto da Renato Zero, e quello a San Siro, Amiche per
l'Abruzzo, tutto al femminile, organizzato da Laura Pausini. Nel
2012 sarà invece al Campovolo di Reggio Emilia per Italia Loves
Emilia, a supporto delle popolazioni emiliane.
"Ho sessant'anni, canto da più di quaranta - ha scritto la
cantante solo qualche giorno fa sulla sua pagina Facebbok -,
sono una donna molto fortunata, faccio uno dei mestieri più
belli del mondo, ma la fortuna più grande è trovare ancora
stimoli per continuare a divertirmi, mettendomi in gioco anche
con generazioni e stili diversi".(ANSA).
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